In un mondo in cui si assiste al costante aumento delle temperature e con i livelli dei mari in continuo innalzamento, la responsabilità individuale e collettiva nei confronti dell’ambiente è diventata un’esigenza sociale di grande urgenza.
L’impatto che un’azienda cosmetica deve avere nei confronti dell’inquinamento ambientale può e deve essere contenuto e nell’ultimo periodo si sta assistendo ad una vera e propria inversione di tendenza rispetto al passato, con aziende che investono in sistemi che riducano l’impatto ambientale e orientate al sostenibile a diversi livelli della filiera produttiva.
Ricerca e innovazione: come le aziende evolvono nel Green
Nel settore cosmetico questo implica l’attenzione alla scelta delle materie prime, dei materiali di confezionamento, all’impatto ambientale delle attività produttive, al trasporto delle merci, per questo la sostenibilità si raggiunge e si sviluppa in un percorso complesso e con diverse criticità. Il punto cardine di tutte le attività è ridurre le emissioni in ambiente e i consumi per il rispetto dell’equilibrio ambientale.
Un primo approccio è nella selezione delle materie prime, oramai le aziende cosmetiche sono sempre più orientate all’utilizzo di ingredienti di origine naturale rispetto a quelli petrolchimici, e che rispettino nelle modalità produttive l’ambiente e le condizioni di lavoro dei lavoratori. L’impiego di materie prime vegetali è pertanto dettato non solo da esigenze commerciali e di “appeal” per il consumatore ma da un vero e proprio bisogno di sostenibilità ambientale.

Le sfide future della cosmesi sostenibile
Per quanto riguarda i materiali di confezionamento, anche in questo caso la spinta è verso la riduzione degli imballi, l’utilizzo di materiali riciclabili e la comunicazione chiara dello smaltimento attraverso l’etichettatura ambientale (che sarà comunque d’obbligo dal 2023).
Il mercato sta anche spingendo verso la promozione di una cultura della consapevolezza del consumatore, invitando a non sprecare cosmetici, ad utilizzarli in modo informato e con le corrette modalità di eliminazione degli scarti. E’ stato fortemente ridotto l’impiego dei gas nei cosmetici, con l’utilizzo sempre più frequente di mousse in cui l’erogazione del prodotto è determinata dal sistema meccanico di pompaggio e non dalla presenza di propellente.




Regolamentazioni e definizioni: uno step necessario per la cosmesi sostenibile
In questo panorama variegato di possibilità di raggiungimento della sostenibilità, bisogna prestare attenzione alla presenza nel mercato cosmetico di una serie di aziende che, consapevolmente o no, attuano il processo di “Greenwashing”, ingannando il pubblico attraverso “l’appropriazione indebita di virtù ambientaliste finalizzata alla creazione di un’immagine verde” (come definito dalla Commissione Europea).
Ad oggi è possibile comunicare al consumatore la sostenibilità in diversi modi: attraverso certificazioni di prodotto (ad esempio la Nordic Swan, nei paesi del Nord Europa il tema ambientale è particolarmente sentito dall’opinione pubblica), con l’ottenimento di certificazioni di processo (la norma tecnica ISO 14001 fissa i requisiti di un sistema di gestione ambientale) o attraverso metodologie di lavoro per valutare l’impronta ambientale (LCA, Life Cycle Assessment, che utilizza a sua volte due norme ISO di settore come standard di riferimento per valutare le performance ambientali di prodotti, processi e servizi di un’azienda). Pertanto, non basta il solo impiego di una materia prima naturale per poter comunicare la sostenibilità al consumatore.
Le strategie in atto sono molteplici, e in mancanza di univocità di linee guida (molto difficili da ottenere viste le diverse complessità aziendali), ad oggi è responsabilità delle aziende comunicare ai consumatori in modo chiaro, e senza fraintendimenti, le strategie messe in atto per produrre cosmetici a connotazione sostenibile, indicando non solo i risultati raggiunti ma anche gli obiettivi futuri.