Il tema della sostenibilità aziendale per limitare l’impatto produttivo sull’ambiente è una questione spinosa, esigente e profondamente sentita dalle aziende del settore cosmetico.
In Italia in particolare siamo leader in questo campo, e nel centro-nord sono concentrate numerose aziende produttrici di cosmetici per brand italiani, europei ed extra-europei. Le aziende devono sempre essere al passo non solo con i trend di marketing ma soprattutto con le esigenze normative e con le sensibilità collettive.
Il tema delle microplastiche all’interno dei cosmetici è profondamente sentito e quanto mai attuale nell’ultimo decennio. Le microplastiche sono composte da miscele di polimeri e additivi funzionali, che possono formarsi accidentalmente o essere fabbricate intenzionalmente per uno scopo specifico, come nel caso dell’industria cosmetica.
Perché scegliere cosmetici senza microplastiche
In Italia le microplastiche hanno avuto ampio impiego nei prodotti rinse-off (a risciacquo) come dentifrici e scrub esfolianti fino a quando dal 01 Gennaio 2020 non è stata vietata la vendita per questa tipologia di prodotti. Un cosmetico a risciacquo, infatti, avendo un tempo di permanenza ridotto sulla cute per la natura intrinseca del prodotto, rilascia enormi quantità di microplastiche negli scarichi, e direttamente nell’ambiente. Date le dimensioni ridotte delle microplastiche, risultano facilmente ingeribili dagli organismi acquatici, e difficili da individuare nell’ambiente, insomma l’apporto all’inquinamento ambientale è sicuramente significativo rispetto ad altre tipologie di scarichi industriali dovuti ai cosmetici rinse-off.

Quali sono i cosmetici senza microplastiche e come riconoscerli?
L’ECHA (agenzia chimica europea) sta lavorando a ulteriori restrizioni con l’obiettivo finale di eliminare completamene l’uso delle microplastiche in tutte le tipologie dei cosmetici. Ad oggi, infatti, sono ancora ammesse nei prodotti cosmetici leave-on (non a risciacquo), come ad esempio i cosmetici dell’area make-up. L’esempio più lampante è quello dei glitter, che contengono frammenti metallizzati di microplastiche per l’effetto luminoso o opacizzante prodotto sulla pelle durante il trucco.
Però il consumatore odierno è attento e sensibile al tema ambientale e pertanto la sua scelta sarà orientata verso cosmetici che non contengano microplastiche.
Nel frattempo, come ci si può muovere?
Innanzitutto, è in vigore il divieto della Commissione Europea (2014/893/EU) di utilizzo del marchio Ecolabel nei cosmetici contenenti microplastiche, e questa è una prima informazione che i consumatori possono recepire. Le aziende però si stanno orientando verso una completa eliminazione, in previsione delle future restrizioni. Quelle più virtuose, hanno già adottato questa strategia (o l’hanno sempre abbracciata), per cui aziende come PuroBio, La Saponaria, Domus Olea, spesso presenti a fiere di settore come il Sana hanno completamente adottato l’approccio di produzione cosmetici senza mircoplastiche. Una novità è che anche brand diffusi su mercati molto più grandi stanno adottando questo approccio per venire incontro alle esigenze ambientali e dei consumatori.

Cosmetici senza microplastiche: il punto di vista di Cosmoderma.
Cosmoderma, che lavora nel settore da oltre 40 anni, produce cosmetici senza microplastiche da tempo come filosofia aziendale, adottando un approccio rivolto non solo alla selezione specifica delle materie prime impiegate, ma anche alla ricerca di packaging biodegradabile per ridurre l’impatto ambientale. I cosmetici quindi diventano non solo “eco-friendly” ma anche “ocean-friendly”, per il rispetto delle specie acquatiche dalle quali dipende in buona parte la salvaguardia del nostro pianeta.