Probiotici e prebiotici: cosa sono?
Probiotici e prebiotici sono parole recentemente molto usate specie nel settore cosmetico, vediamo meglio cosa sono.
Il termine ‘probiotico’ deriva dal greco pro-bios che significa per la vita, a favore della vita. Secondo la definizione dell’OMS, sono “organismi vivi che se somministrati in quantità adeguata, apportano un beneficio alla salute dell’ospite”. Essi possono essere integrati dall’esterno (attraverso alimenti ed integratori) e vivono all’interno del nostro microbiota cutaneo.
Un microrganismo si può dire probiotico se soddisfa i seguenti requisiti:
• deve essere sicuro per l’impiego nell’uomo: i microrganismi probiotici non devono essere portatori di antibiotico-resistenze acquisite e/o trasmissibili;
• devono essere in grado di conferire un beneficio fisiologico dimostrato.
I prebiotici, invece, sono il cibo dei nostri batteri buoni. Sono sostanze organiche (carboidrati ed olisaccaridi) che stimolano la crescita dei batteri buoni che costituiscono il microbiota cutaneo. Sono in grado di supportare il metabolismo energetico dei batteri che compongono la nostra microflora, ottimizzano l’ambiente che lo ospita, e migliorano l’equilibrio fisiologico in generale.
Cosa è il microbiota cutaneo?

La pelle, l’organo più esteso del nostro corpo nonché la prima barriera contro le aggressioni esterne, è fisiologicamente colonizzata da innumerevoli specie di microrganismi, batteri soprattutto, ma anche funghi, virus e archea che nel complesso costituiscono il microbiota cutaneo.
La variabilità di composizione e di espressione di tali microrganismi è estremamente elevata, registrando differenze sostanziali non solo inter-individuali ma anche intra-individuali.
Il microbiota del volto può difatti discostarsi da quello del collo, come del resto cambiare in maniera tempo-dipendente. Varia anche in base alla quantità di sebo presente, in quanto i microrganismi che popolano le zone più umide del nostro corpo come ascelle, inguine, piante dei piedi sono diversi rispetto a quelli che popolano le zone più ricche di ghiandole sebacee come fronte, naso e cuoio cappelluto. Proprio per queste variabili la ricerca ha molte difficoltà nel definire quale sia il profilo del microbiota ideale, in grado di mantenere in salute la nostra pelle.
L’unico aspetto in cui vi sono evidenze scientifiche è che uno squilibro del microbiota cutaneo sembrerebbe implicato nell’insorgenza di disturbi o, in certi casi, di patologie epiteliali.
Diversi sono i fattori che influenzano la composizione del microbiota delle diverse parti del corpo: umidità, temperatura, pH, risorse energetiche disponibili per il metabolismo dei batteri.
Il microbiota rappresenta quindi l’insieme della popolazione di microrganismi che vive in simbiosi con noi, sulla nostra pelle, ma anche nel nostro intestino.
Utilizzo dei probiotici nei cosmetici
Per raggiungere e mantenere l’equilibrio cutaneo, nel settore cosmetico si studiano nuovi concetti di funzionalità dei prodotti cosmetici, focalizzati sui microrganismi commensali della cute attraverso l’applicazione di probiotici, quindi portando direttamente i microrganismi “amici” sulla cute, oppure arricchendo i prodotti cosmetici di prebiotici, quindi di sostanze che favoriscono lo sviluppo delle specie di microrganismi che proteggono le fisiologiche funzioni cutanee a discapito dei patogeni.
Quanto all’utilizzo di probiotici, la difficoltà, nel definire il profilo del microbiota cutaneo ideale si riflette anche nello sviluppo dei prodotti cosmetici pensati con lo scopo di mantenerlo in buono stato: l’applicazione di probiotici a livello cutaneo è di grande interesse per il mondo della ricerca, ma a differenza dei probiotici assunti per via orale si sta cercando di definire quale sia la strategia più valida, in quanto si presentano diversi problemi formulativi.
Infatti, lavorare con i probiotici in cosmetica, è problematico perché qualsiasi crescita microbica nel cosmetico inficia la sicurezza del prodotto e contravviene alle disposizioni normative, risultando incompatibile con i requisiti normativi che ne devono garantire la stabilità: la presenza di acqua e di sostanze utili alla crescita e al mantenimento dei microrganismi o la conservazione a temperatura ambiente sono fattori che favoriscono la proliferazione batterica portando ad alterare la struttura del cosmetico.
Si tratta, comunque, di un campo di notevole interesse, in cui grandi attori della cosmetica mondiale hanno anche registrato alcuni brevetti riguardanti derivati di probiotici, come i lisati che pur essendo inattivi possono portare alla pelle i benefici del microrganismo vivo, agendo da simil probiotici perché portano sull’epidermide quelle sostanze batteriostatiche, le cosiddette bacteriocine, utili nel controllo della crescita microbica. Molto diffuso è l’utilizzo di postbiotici cioè derivati dal metabolismo dei batteri.
Prebiotici e cosmesi: il loro utilizzo




Diverso risulta il discorso per i prebiotici nel settore cosmetico, in quanto si tratta di sostanze organiche e non di microrganismi, come fibre e zuccheri, quali: inulina, glicosamminoglicani, beta-glucani, lattulosio, oligofruttosaccaridi, prodotti per via biotecnologica o estratti da fonti vegetali.
Il loro uso, perciò, è ben gestibile nello sviluppo prodotto, rimanendo in un ambito completamente cosmetico e senza problematici sconfinamenti normativi.
Differenze tra cosmetici probiotici e prebiotici
I probiotici, cosiddetti “batteri buoni” rinforzano la barriera cutanea mantenendo la pelle idratata e regolando la produzione di sebo. I più impiegati sono i lactobacilli e i bifidobacilli.
L’applicazione di una crema o di una soluzione probiotica topica sulla pelle può aiutare a gestire l’equilibrio dei batteri sani che compongono il microbioma cutaneo. I probiotici all’interno di queste creme possono aiutare a ridurre il pH della pelle, acidificandone leggermente la superficie, per contribuire a ridurre la crescita di batteri esterni e promuovere il prosperare di batteri sani sulla pelle.
I prebiotici sono il nutrimento dei probiotici che costituiscono il terreno fertile attraverso cui i probiotici possono vivere, riequilibrano la composizione della microflora ed ottimizzano anche l’ambiente.
Vengono inseriti nella formulazione di creme ed emulsioni, shampoo, lozioni per il cuoio capelluto.
L’applicazione di creme prebiotiche per la pelle può essere estremamente benefica in quanto aiuta a preservare i batteri sani esistenti sulla pelle e favorisce la crescita e la sopravvivenza dei microrganismi probiotici già presenti nel microbioma cutaneo.
Come cambia la skincare routine con cosmetici prebiotici e probiotici
“Cibando” il nostro microbiota la pelle ne gioverà perché l’equilibrio di quest’ultimo è il precursore che permette di mantenere una pelle sana. Quando questo equilibrio viene compromesso, la pelle risulta secca con uno sbilanciamento del sebo, presenza di psoriasi o altre patologie infiammatorie.
Di conseguenza adottare una corretta skincare routine con prodotti cosmetici che contengono probiotici e prebiotici può risultare di ausilio nel caso di diverse problematiche cutanee.